Marta Mainieri
20 February 2013 - Impact Hub

Chi sei e cos’è il tuo progetto?

Mi chiamo Marta Mainieri, sono una consulente di marketing digitale e mi piace scrivere, quando posso, di come le tecnologie digitali stanno impattando sulle persone e sulle nostre vite. Da qualche giorno ho pubblicato un libro che si intitola “Collaboriamo! Come i social media ci aiutano a lavorare e a vivere bene in tempo di crisi” (Hoepli). Il libro spiega cosa sono i servizi collaborativi (servizi digitali che mettono in contatto persone con persone per scambiare e condividere beni) e come, disintermediando le strutture tradizionali, propongono nuovi modelli di consumo (consumo collaborativo), di trasporto (car e bike sharing, car pooling), finanziari (crowdfunding), di lavoro (coworking) e più in generale di vita. Il libro ha un fine divulgativo nel senso che ha l’obiettivo di spiegare questo fenomeno nella speranza che diffondendosi riesca a raggiungere più persone possibili perché solo così questi modelli possono diventare in qualche modo significativi. Per la promozione del libro, inoltre, ho lanciato un servizio che si intitola sempre “Collaboriamo! (collaboriamo.org) con l’obiettivo di raccogliere tutti i servizi collaborativi italiani con il duplice scopo di dar loro visibilità e nello stesso farli conoscere a più persone possibili. Collaboriamo.org è una directory con l’ambizione di diventare un luogo dove si parla di collaborazione, dove si vedono gli eventi collaborativi, dove si sostengono gli imprenditori collaborativi. Per questo stiamo anche cercando di organizzare una serie di eventi per i quali cerchiamo uno sponsor.

 

In che maniera il tuo progetto rende il mondo migliore?

Non è il mio progetto che rende il mondo migliore ma i servizi collaborativi. Questi servizi mettendo direttamente in contatto le persone e disintermediando permettono alle persone di risparmiare (a volte anche di guadagnare), di far bene all’ambiente (perché molti di questi promuovono l’accesso al bene piuttosto che l’acquisto, l’usato verso il nuovo) e mettendo in contatto sconosciuti anche di sentirsi un po’ meno soli. Questo è forse l’assetto più interessante. Se impari a fidarti degli sconosciuti ti renderai conto del mare di potenzialità che si aprono davanti a te. Ne è un esempio The HUb, ma anche servizi come Airbnb o couchsurfing. Se fai entrare uno sconosciuto in casa tua, che sia per un compenso o gratuitamente, ti renderai conto immediatamente di come il mondo ti sembra aprirsi a mille opportunità. Provare per credere.

 

Qual è stato il tuo momento di maggiore difficoltà?

Quando ho iniziato a scrivere il libro. Davanti al foglio bianco mi sono sentita persa. Pensavo che non ce l’avrei mai fatta. Ho iniziato a mettere giù qualcosa e dopo circa un mese ho buttato via tutto e ho ricominciato..

 

Qual è stato invece il tuo maggiore successo?

Quando ho avuto il mio libro fra le mani. Una sensazione meravigliosa. Io che lavoro sui media digitali in realtà mi sono molto emozionata ad avere tra le mani qualcosa di fisico, di tangibile che rappresentava il frutto del mio lavoro. Bello!

 

Perché sei a The Hub e che cosa ti sta dando essere parte di questa rete?

Sono entrata in The HUb per un’intervista. Il mio libro (sempre lui) racconta i servizi collaborativi attraverso una parte più teorica e una parte più emozionale. Questa  passa attraverso 10 storie ognuna per un servizio diverso. Uno di questi è TheHUB Milano. Da allora mi sono innamorata del progetto e ho deciso di farne parte. Devo, però, fare un mea culpa. Vita Sgardello mi ha detto un giorno, giustamente che più prendi parte all’attività e più ne trai beneficio, esattamente come su un social network. Questo è verissimo. Io purtroppo faccio fatica a partecipare per i miei impegni professionali e familiari e quindi ne beneficio molto meno di quello che potrei. Nonostante questo in questi mesi mi ha permesso di incontrare persone straordinarie positive con un grande entusiasmo. La crisi si sente anche all’HUB ma si respirano anche e soprattutto le opportunità che essa offre, e questo secondo me già di per sé è un messaggio fantastico