Luigi Spiga: sogno una società 4.0
20 November 2013 - Impact Hub

Mi occupo di consulenza, formazione e facilitazione sistemica nelle aree leadership, strategia e organizzazione, e da due anni sono coordinatore del chapter italiano della “SOL”, istituto nato presso il MIT di Boston. Cinque anni fa ho avuto un incontro che ha cambiato il corso della mia vita. Francesco Morelli, fondatore e presidente dello IED, mi conferì un incarico che suonava come una vera sfida: progettare una scuola di management radicalmente innovativa per l’Italia. Così abbiamo finalmente avviato il processo di costituzione della “Fondazione FUTURE [RE]GENERATION – System Thinking in Action for an Alternative Economy”, programma costituito da sei progetti interconnessi, nell’ambito education e consulting ma non solo. Ad esempio, nel primo semestre 2014 proporremo i primi corsi in Italia per la progettazione e costruzione di case in legno radicalmente ecologiche, in collaborazione con un istituto inglese leader in Europa. Ma il progetto più tangibile e concreto lo stiamo sviluppando nell’oltrepò Pavese, a Salice Terme, dove sta per partire la costruzione di un eco-villaggio che intende essere il cuore di un nuovo eco-comprensorio, sviluppato con i protocolli dell’americana BALLE e di Transition Town.

In che maniera il tuo progetto rende il mondo migliore?

Intendiamo sviluppare e facilitare condizioni di lavoro e di vita migliori a partire dai giovani disoccupati e poco professionalizzati, e dalle persone in difficoltà nella società. Il progetto vuole essere un laboratorio vivente della società 4.0 teorizzata da Otto Scharmer, ovvero un prototipo di società sostenibile, un insediamento umano confortevole e piacevole, ma a zero impatto sulla natura, e decisamente sano.

Qual è stato il tuo momento di maggior difficoltà?

Ne ho avuti diversi negli ultimi cinque anni: il progetto è partito e si è bloccato più volte, prima con lo IED, poi con MEMES e poi con SOL, prima per via di un imprenditore e di motivi economici, poi di un rettore e di motivi academico-strategici, poi di un insieme di persone e motivi sociali-culturali, ma credo soprattutto perché non ero, e non eravamo ancora pronti.

Qual è stato invece il tuo maggior successo?

Riuscire ad aprire IED Management e una sua nuova sede in soli 12 mesi, mettere insieme Confindustria, Università di Cagliari, Regione Sardegna e Banca di Credito Sardo per costituire MEMES – Mediterranean Management and Entrepreneurship School, far nascere la SoL Italy in meno di 12 mesi.

Perché sei a Impact Hub e cosa ti sta dando essere parte di questa rete?

È l’unico posto a Milano, e in Italia, dove ho trovata l’energia del mondo emergente che trovo e provo a Boston, in Olanda, in Scozia.

Chi è la persona più interessante che hai conosciuto finora?

Vorrei rispondere alla domanda tra sei mesi, perché devo ancora conoscerla! A breve ricercheremo tra gli Hubbers: web designer, architetti green, esperti di comunicazione, innovatori sociali, esperti di agricoltura biodinamica e permacultura, esperti di Transition Town.