London calling, notizie dal mondo dell’innovazione sociale inglese
9 January 2015 - Impact Hub

Far parte di una community internazionale come quella di Impact Hub permette di avere una finestra sempre aperta su quello che succede nel mondo dell’innovazione sociale oltre i confini del proprio progetto, dell’ecosistema milanese e dell’Italia, senza dover prendere per forza un aereo. E se Londra è sicuramente uno dei punti di riferimento in Europa per le imprese sociali, non potevamo non chiedere al nostro Alberto Masetti-Zannini, Presidente e Fondatore di Impact Hub Milano nonché Development Director del londinese Impact Hub King’s Cross, quali sono stati i maggiori traguardi del 2014 oltremanica e cosa bolle in pentola per questo nuovo anno. Tra campagne per “comprare sociale” e regimi di tassazione agevolati per chi investe nel settore, chissà che qualcuno non si faccia ispirare anche qui… Impact Hub Milano si prepara intanto a portare un’ulteriore ventata dall’Europa grazie alla Social Innovation Competition della Commissione Europea. Stay tuned!

Anno nuovo, vita nuova. E, a Londra, ce ne aspettiamo parecchie di cose nuove quest’anno. Dall’apertura degli spettacolari e controversi giardini pubblici in cima a nuovi grattacieli, alle celebrazioni per il duecentesimo anniversario della Battaglia di Waterloo (che certamente non faranno piacere ai cugini d’Oltralpe), ne vedremo di certo delle belle. Ma cosa possiamo aspettarci nel settore dell’impresa e dell’innovazione sociale? Parecchio, se il 2014 fa testo. Si è infatti appena concluso un anno veramente ricco, e che forse verrà definito un giorno “di svolta”. SEUK – l’organo di rappresentanza delle imprese sociali britanniche – ha pubblicato nell’estate il rapporto biennale sullo stato dell’impresa sociale. I dati sono molto incoraggianti: 70.000 imprese che danno lavoro a oltre 1 milione di persone, e che offrono all’economia nazionale £24 miliardi (circa €30 miliardi). Ancora più interessante è il dato relativo alle start-up sociali, che rappresentano circa un terzo del numero totale. Diventare imprenditori sociali è ormai un trend consolidato.

Se dovessimo selezionare, due eventi in particolare hanno dato una notevole spinta al settore. Il primo è stato la grande campagna mediatica organizzata da SEUK per promuovere l’acquisto da parte dei consumatori di prodotti e servizi di imprese sociali. La campagna – denominata Buy Social – è nata per un espresso desiderio da parte delle imprese sociali, le quali sanno bene che la migliore maniera per crescere è di aumentare il proprio bacino di vendite. La campagna ha raggiunto migliaia di utenti britannici, e ha permesso a moltissime imprese sociali di accrescere le vendite dei loro prodotti e servizi etici, e di allargare il proprio mercato di riferimento. SEUK ha anche creato un elenco di fornitori sociali (BuySocialDirectory), per permettere a potenziali clienti (sia imprese che privati) di identificare in modo rapido prodotti e servizi di imprese sociali.

Il secondo evento più indicativo dell’anno è stato il varo da parte del Governo di un nuovo regime di tassazione relativo agli investimenti sociali (social impact investments). A partire dal 6 Aprile 2014, chiunque abbia investito fino a un massimo di £1 milione (circa €1,28 milioni) in imprese sociali può detrarre il 30% dell’investimento dalla dichiarazione dei redditi di quell’anno. A chiusura dell’anno, il Chancellor of the Exchequer (l’equivalente del nostro Ministro per l’Economia e Finanza) ha annunciato l’intenzione di allargare nel 2015 questo regime di tassazione, superando alcune delle barriere imposte da Bruxelles (che con i suoi regolamenti si sta intanto inimicando una fetta non indifferente degli imprenditori sociali britannici, che altrimenti avrebbero potuto beneficiare dal regime fiscale attuale).

Non sono solo rose, purtroppo, quelle che galleggiano sulle acque del Tamigi. C’è anche qualche goccia di sangue. A novembre, un articolo scritto su Pioneers Post da Liam Black, un veterano del settore dell’imprenditoria sociale inglese, ha puntato il dito contro questo stesso governo conservatore. L’accusa? Aver forzato Nesta (l’agenzia per l’innovazione britannica, di cui Liam Black era trustee) a fare una notevole donazione alla Big Society Network, fiore all’occhiello della politica sociale (alcuni direbbero anti-sociale) di David Cameron. Il National Audit Office gli ha dato ragione, evidenziando pratiche illegali nella maniera in cui fondi pubblici sarebbero stati trasferiti da enti semi-pubblici a favore del progetto Big Society, che prometteva di rivoluzionare i servizi pubblici e dare lavoro a un milione di persone, e invece è naufragata in un mare di false promesse e recriminazioni. Tutto il mondo è paese.

E dunque, un brindisi al 2015, e a tutto quello che ci aspetta. In anteprima vi possiamo già annunciare che noi della rete di Impact Hub gestiremo, insieme a NestaKennisland, Matter&Co e Shipyard la Social Innovation Competition della Commissione Europea. La competizione si tiene ogni anno dal 2012 e offre ai 3 vincitori €30.000 ciascuno a sostegno di un progetto o un’idea ad alto potenziale d’impatto sociale. L’anno scorso il tema era quello della generazione d’impiego, e tra i vincitori c’era anche l’italiana Progetto Quid. E il tema di quest’anno? Ve lo sveleremo nelle prossime settimane, ma siamo certi che piacerà a tanti di voi innovatori e imprenditori sociali. Stay tuned!