La Riforma del Terzo Settore
27 May 2016 - Impact Hub

Si è finalmente concluso l’iter legislativo, iniziato nel 2014, della Riforma del Terzo Settore. Il 25 maggio la Camera ha infatti approvato in via definitiva il provvedimento che introduce importanti innovazioni nella disciplina riguardante associazioni, fondazioni, impresa sociale e servizio civile nazionale. Cosa prevede la riforma?

Definizione
Il documento definisce il Terzo Settore come “il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi, in coerenza con le finalità stabilite nei rispettivi statuti o atti costitutivi.” Vengono escluse dal Terzo Settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati e le associazioni professionali di categorie economiche e stabilito che alle fondazioni bancarie.

La disciplina
La riforma prevede la semplificazione e il riordino della normativa tramite la stesura di un Codice del Terzo Settore, che raccoglierà tutte le disposizioni in materia. Il Codice dovrà prevedere, tra le altre cose, l’individuazione delle attività di interesse generale che caratterizzano gli enti del Terzo Settore, il divieto di distribuzione degli utili salve le eccezioni previste per le imprese sociali, e la disciplina degli obblighi di controllo interno, rendicontazione, trasparenza e delle modalità di verifica periodica dell’attività svolta. È inoltre prevista l’istituzione di un Registro Unico del Terzo Settore, da istituirsi presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Attività di volontariato e di promozione sociale
Il nuovo provvedimento mira ad armonizzare e riordinare la normativa in tema di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso. Le principali novità in materia riguardano:

  • a promozione della cultura del volontariato, in particolare tra i giovani;
  • la revisione del sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), prevedendo, tra l’altro, che possano essere costituiti e gestiti non solo dalle organizzazioni di volontariato, ma da tutti gli enti del Terzo Settore;
  • l’istituzione del Consiglio nazionale del Terzo settore, che andrà a sostituire gli Osservatori Nazionali per il Volontariato e per l’Associazionismo e che avrà il ruolo di organismo di consultazione degli enti del Terzo Settore a livello nazionale.

L’Impresa Sociale
Uno degli aspetti più importanti del provvedimento approvato dalla Camera riguarda l’Impresa Sociale, che viene definita come “organizzazione privata che svolge attività d’impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e destina i propri utili prioritariamente al conseguimento dell’oggetto sociale, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività.” I decreti del Presidente del Consiglio dovranno individuare i settori in cui può essere svolta l’attività d’impresa e prevedere le forme di remunerazione del capitale sociale più adatte al conseguimento dell’oggetto sociale dell’impresa.

Il servizio civile universale
Il servizio civile diventa “universale”, cioè aperto a tutti i giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti di età compresa tra 18 e i 28 anni. La norma prevede la definizione di uno status giuridico specifico, un limite di durata del servizio compreso tra gli 8 e i 12 mesi, e il riconoscimento e la valorizzazione, nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo, delle competenze acquisite nel corso del servizio civile.

Misure fiscali e risorse disponibili
Vengono introdotte misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo Settore. È prevista in particolare la razionalizzazione dei regimi fiscali di favore relativi al Terzo Settore e delle agevolazioni fiscali previste per le donazioni. Le novità riguardano anche l’istituto del cinque per mille e l’introduzione di misure per la raccolta di capitale di rischio.

Le risorse a sostegno del Terzo Settore saranno disponibili attraverso un Fondo con una dotazione di 17,3 milioni di euro per il 2016 e di 20 milioni di euro a partire dal 2017. Sono poi previste misure agevolative a valere sulle risorse, pari a 200 milioni di euro, del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI).

Fondazione Italia Sociale
La riforma istituisce anche la Fondazione Italia Sociale, che avrà il compito di “sostenere, attrarre e organizzare le iniziative filantropiche e gli strumenti innovativi di finanza sociale”. L’obiettivo della Fondazione è sostenere interventi innovativi con elevato impatto sociale e occupazionale, rivolti in particolare ai territori e ai soggetti più svantaggiati. Alla Fondazione è stata assegnata una dotazione iniziale per il 2016 di un milione di euro.

Articolo di Roberta Mallia