Marco Paracchini
26 April 2012 - Impact Hub

Sono un libero professionista nell’ambito della comunicazione audiovisiva e divido il mio tempo tra produzioni video ed educazione accademica. Il mio progetto è mirato ad avvicinare il mondo dei giovani (ma non solo) alla comprensione di temi importanti, ad esempio la cattiva natura del junk-food, l’importanza della raccolta differenziata, la sicurezza stradale, la verità e la bellezza del rispetto uomo-ambiente. Temi che vivono spesso di luoghi comuni con spot pubblicitari non sempre idonei al linguaggio popolare. Il progetto mira ad incanalare idee su queste tematiche, confrontandosi con stilemi narrativi cinematografici che attirino per qualità e contenuto. Più semplicemente: creare cortometraggi, scrivendoli ascoltando in primis i giovani e realizzandoli con il loro contributo. Aiutare a far capire, ascoltando per primi!

In che maniera il tuo progetto rende il mondo migliore?

Il progetto battezzato “SaEBe” (acronimo di Salute, Educazione e Benessere) tende a usare metodologie di narrazione basate sull’audiovisivo affinché il fruitore finale sia volontariamente spinto a osservarlo, percependo in maniera indiretta il messaggio. Realizzare uno spot con un claim in stile “smetti di fumare, fumare fa male” non ha mai aiutato a far smettere di fumare nessuno! Serve un modo neutrale per imporre un buon messaggio. Raccontarlo attraverso una trama cinematografica in breve (cortometraggio) a tema libero ma con una cornice incentrata sul tema, può e deve smuovere le coscienze di chi lo osserva. Il cinema è la prima forma di entertainment al mondo, ridicolo continuare a rifiutare, nel 2012, questo veicolo. Miglioriamo il mondo attraverso veicoli belli da vedere e facili da capire, senza per forza di cose, sperperare quattrini in campagne old-style.

Qual è stato il tuo momento di maggiore difficoltà?

Trovo difficoltà a far passare sempre la potenzialità che il medium audiovisivo possiede. Molti imprenditori italiani e gli enti istituzionali, pensano ancora alla vecchia maniera. Non trovano sensato sostenere una produzione di un film breve o di uno spot e spendono poi decine di migliaia di euro per realizzare un solo sito o dei cartelloni pubblicitari che pochi guarderanno. Con la tecnologia moderna un video viene rimbalzato su portali e social network.

Qual è stato invece il tuo maggiore successo?

L’unica operazione commerciale, operata a scopi educativi attraverso il progetto “SaEBe”, s’è sviluppata grazie a un’azienda piemontese con partecipazioni pubbliche e private. Nonostante i primi tentennamenti costituiti per lo più dalle burocrazie politiche interne, il progetto di tre spot pubblicitari incentrati sull’importanza della raccolta differenziata hanno visto la luce nel 2010. L’idea, nata a The Hub e portata avanti con altri professionisti di Torino, ha visto la collaborazione anche del Provveditorato agli Studi del Piemonte Orientale e siamo riusciti a realizzare tre spot con gli studenti del Liceo Artistico di Novara. I corti (li chiamo così poiché la durata era di 90 secondi l’uno) sono stati presentati in tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, sono stati trasmessi in televisione e situati su diversi portali web per oltre un anno e c’è stata addirittura una presentazione ufficiale in grande stile.

Perché sei a The Hub e che cosa ti sta dando essere parte di questa rete?

Mi colpì il sottotitolo, definiamolo così, che vidi sul portale di HUB: “lo spazio per chi vuol cambiare il mondo”. Considerando che per il sociale avevo già realizzato cortometraggi e spot no-profit, in quello spazio cercavo nuova energia per dar luce alle mie idee. Essere parte di una rete come questa è fondamentale per la possibilità di trovare persone con la medesima sensibilità, disponibili anche a mettersi in gioco per mete comuni. Non sempre le cose vanno per il meglio ma almeno qui c’è la voglia di fare e trovi sempre qualcuno pronto a ricevere la tua idea con un sorriso, pronto anche a capire come e cosa possa fare per aiutarti. Questa è la forza di The Hub!