Carolina Traverso
26 April 2012 - Impact Hub

Sono Carolina Traverso, psicologa e insegnante di mindfulness, mi sono formata presso il Centre For Mindfulness della University of Massachusetts Medical School, e curo a Milano Semplicemente Mindfulness – Progetto AntistressMindfulness vuol dire stare con le cose così come sono, con curiosità e con gentilezza.

E’ meditazione, ma non solo. E’ un metodo scientificamente validato per gestire lo stress ed essere più creativi. E’ fare un respiro profondo, e fermarsi un momento a guardare il cielo. È coltivare la capacità di stupirsi, e di imparare tutta la vita. E’ non accontentarci della prima risposta, e sentirci liberi di cambiare. E’ sapere che abbiamo bisogno gli uni degli altri, e amare le persone senza la pretesa di salvarle. E’ scegliere quando agire e quando fermarci. E’ smettere di giudicarci, e correre dei rischi anche quando abbiamo paura di sbagliare. E’ goderci i silenzi fra le parole. E’ condividere conoscenza e passione. E’ sapere che possiamo sentirci esattamente come ci sentiamo. E’ ridere di gusto anche quando tutto sembra un casino. E’ sapere che la capacità di riflettere è una gran bella dote, ma ascoltare la pancia a volte ti salva la vita. E’ concederci ogni tanto di essere e basta, perché è già una grandissima cosa. E’ non pensare di saperla più lunga di chi non pratica mindfulness.

In che maniera il tuo progetto rende il mondo migliore?

Chi pratica mindfulness scopre che le “persone normali” sono una leggenda metropolitana. Tutti ne parlano, ma nessuno ne ha mai vista una. Scopre che si può essere calmi ed entusiasti allo stesso tempo, e che entrambe queste qualità sono contagiose. Trova grazia in sé e negli altri, sa distinguere l’aria fritta dalle cose sensate, corre il rischio di essere ridicolo piuttosto che di vivere una vita a metà. Apprezza il profumo dei glicini ma sa anche essere pratico. Si ferma e ascolta, ma non smette di seguire con fermezza un’intenzione. E se gli batte un po’ più forte il cuore, sa che anche questo è normale. Condivide il suo talento con il mondo, riconosce i propri errori, e ricomincia da capo. Accetta il cambiamento come una componente inevitabile della vita, e ci sta dentro. Sa che preoccuparsi è un abuso dell’immaginazione. E che essere ricchi significa scegliere: non tanto cosa comprare, ma come vivere. Dentro e oltre a qualsiasi crisi.

Qual è stato il tuo momento di maggiore difficoltà?

Quando non mi sono ascoltata. Quando mi sono fatta prendere dalle mie aspettative invece che guardare la realtà. Quando sono stata troppo esigente con me stessa. Quando ho fatto dipendere il mio senso del valore personale da giudizi o condizioni esterne. Quando ho pensato di potere fare tutto, da sola, e per forza. Quando mi faccio prendere così tanto dall’idea che posso migliorarmi, che mi dimentico di apprezzare il presente e tutto quello che ho costruito sinora.

Qual è stato invece il tuo maggiore successo?

Questo momento. Ma non l’ho detto io. Pare l’abbia detto il XIV Dalai Lama a qualcuno che gli chiedeva quale fosse stato il momento più bello della sua vita. Ogni volta che me lo ricordo mi sento meglio.

Perché sei a The Hub e che cosa ti sta dando essere parte di questa rete?

Innovazione e sostenibilità sono nella mia mente l’equivalente del coraggio e della gentilezza necessari per affrontare bene qualsiasi sfida. Dal fermarsi a guardare le cose così come sono, come si fa nella pratica mindfulness, al decidere di cambiare il mondo attraverso un’impresa sociale. Ci vuole una sana dose di irragionevolezza per essere Hubber: bisogna essere concreti ma anche un po’ visionari, e fidarsi del fatto che la condivisione di idee e competenze può solo andare a beneficio di tutti. Ho bisogno di circondarmi di persone così. Ed essere una di loro mi rende orgogliosa.