Oxway e Letzgo, la community di Impact Hub Milano alla Crowdsourcing Week

Il 5 e 6 Marzo si è tenuta a Venezia il Crowdsourcing Week Summit, due giorni di confronto con speaker italiani e internazionali sul tema della crowd economy e della rivoluzione che sta generando nei diversi ambiti. E a proposito di crowd, non poteva mancare la community di Impact Hub Milano. Abbiamo chiesto a Fabrizio Gasparetto, co-fondatore di Oxwaypiattaforma per risolvere problemi sfruttando l’intelligenza collettiva, di raccontarci il suo punto di vista come visitatore e a Davide Ghezzi, fondatore di Letzgoapp di carpooling urbano istantaneo, la sua esperienza in qualità di speaker.

Quali sono stati gli spunti e gli speaker più interessanti dal punto di vista di Oxway?

Epi Ludvik Nekaj, fondatore e CEO di Crowdsourcing Week, ha parlato dell’evoluzione del settore mettendo in evidenza come il crowdsourcing stia catalizzando un cambio di paradigma tra i responsabili dei processi decisionali. Citando Henry Chesbrough, inventore del concetto di open innovation, Nekaj ha raccontato come la cosiddetta “openness” avviene quando le organizzazioni riconoscono che non tutte le buone idee provengono dal proprio interno e che non tutte le buone idee create internamente possono essere portate sul mercato con successo dall’organizzazione stessa. Tra tutti i concetti di cui ha discusso, “the world is our lab” e il ruolo dei consumatori come “potential active co-innovators” sono quelli che in Italia stanno finalmente iniziando a passare, almeno dalla mia esperienza.

Interessante anche l’intervento di Simon Schneider, fondatore di Zyncd.com, che ha invece spiegato come il crowdsourcing stesso si stia evolvendo in quest’ultimo periodo. Dalle piattaforme in cui più individui potevano postare singolarmente le proprie proposte a quelle in cui ognuno può diventare cliente e quindi ottenere aiuto da una crowd che si compone on demand, fino ad arrivare oggi a modelli reputazionali peer-to-peer. La sua conclusione è stata: “Empower the crowd of one”, perché pur facendo parte di una crowd, ogni individuo non smette di considerarsi un singolo individuo e come tale va trattato.

A questo proposito Sean Moffitt, autore del bestseller Wikibrands, ha catturato l’essenza dell’evento nell’acronimo H2H. Non più B2C or C2C, ma Human-to-Human, che è poi uno degli elementi che più impatta la sharing economy.

Com’è stato raccontare l’esperienza di Letzgo accanto a Blablacar e Uber?

Far parlare Letzgo tra le due realtà più importanti nel mondo del carpooling extraurbano e della mobilità urbana è stata una scommessa da parte del Crowdsourcing Week Summit ed un vero onore per noi. Con Letzgo abbiamo l’ambizione di diventare molto grandi e contribuire a cambiare la mobilità urbana, dove l’offerta è rimasta immutata e senza novità per 50 anni, fino a qualche anno fa. BlaBlaCar e Uber sono i nostri punti di riferimento, seppure in segmenti diversi dal nostro, di come far crescere una community di persone che si vogliono spostare in modo nuovo. Sono le teste d’ariete di una rivoluzione che sta cominciando, quindi parlare insieme a loro ci ha motivati per essere davvero in prima fila.

Che funzione ha la “crowd” per Oxway?

La crowd, per Oxway e per chi vorrà avvalersi di Oxway e degli altri soggetti che lavorano su questi temi, è esattamente ciò che ben ha descritto Nekaj in occasione del Crowdsourcing Week Summit italiano. La crowd è il laboratorio, in cui tanti ricercatori collaborano per migliorare e inventare prodotti e servizi e per realizzare processi democratici. Che il cliente sia l’amministrazione pubblica o un’azienda, ciò che è certo è che chi prima veniva considerato elettore-consumatore, ora diventa concittadino-consulente. La crowd siamo noi. Un tempo meri recettori di norme e di prodotti, ora siamo una risorsa. Anzi la risorsa.

Che funzione ha la “crowd” per Letzgo?

Letzgo e’ nata per la crowd. Noi vogliamo mettere in contatto quella massa di persone che viaggiano in città con quattro posti liberi e sprecati (l’89% delle auto a Milano) con l’altra massa di persone che magari vanno nella stessa direzione e vorrebbero occupare uno di quei posti liberi. Il tutto ovviamente all’interno di una community chiusa e selezionata, dove gli aspetti sociali sono importanti e dove vi sono forme di sicurezza. Abbiamo già in cantiere poi di offrire alla crowd altre possibilità oltre a questa, sempre legate al muoversi in città. Nel frattempo è possibile essere tra i primi della community scaricando l’app per iOS o Android.